24/11/10

PRESS: Take That: "Le fans italiane sono quelle che invecchiano meglio"


Per continuare la 'collezione' di articoli italiani sulla promozione dei 'lads' nel nostro paese.
Virgilio MUSICA scrive:

C'è stato un grandissimo calore, soprattutto in Inghilterra, per entrambe le vostre reunion, tanto questa a 5 che quella precedente. Ve l'aspettavate? E quale sono, secondo voi, le ragioni?
Mark - No, non ce lo aspettavamo assolutamente. Non di queste proporzioni. Ma credo che questa sia una bella storia e alla gente piacciono le belle storie. Sui giornali si leggono cose feroci; questa invece è una cosa lieve, bella. E' una storia che parla di fare qualcosa di giusto, di valido, di buono anche l'uno per l'altro.
Gary: E' un giusto mix tra una soap opera e una storia. Ma è anche vero che abbiamo fatto un bel disco.

Come produttore  di questo disco avete voluto Stuart Price (The Killers, Madonna, Kylie Minogue, Scissor Sisters...). Come è avvenuta la scelta?
Gary - I nostri ultimi due album sono stati prodotti da John Shanks, quello di Robbie da Trevor Horn. Volevamo qualcuno di neutrale. Abbiamo incontrato Stuart nella fase iniziale d questo nuovo progetto. Per una band il produttore è fondamentale per procedere al next step, per portare avanti il lavoro.

Progress è un disco per nulla nostalgico. E il suo sound è anche un po' elettronico...
Robbie - E' un disco diverso da quelli di classiche ballate dei Take That. Nel '91, però, noi abbiamo fatto un disco che si intitolava Take That and Party in cui già c'era dell'elettro-dance. Possiamo dire che Progress sia il fratello più vecchio e più saggio di Take That and Party.
Mark - E' vero: non c'è nessuna nostalgia nell'album. E' un disco che parla di andare avanti.


Questa seconda reunion è stata più facile o più difficile rispetto a quella del 2006?
Jason - Più facile. Nel 2006 erano 10 anni che qualcuno di noi - specialemente io e Howard - erano fuori dal giro. E' stato quasi come dover iniziare da zero. Abbiamo dovuto riabituarci a questo lavoro, al successo. Questa con Robbie è stata una sorta di evoluzione naturale.
Robbie - Nel 2006 i ragzzi erano quettro persone che dovevano re-incontrarsi, ri-conoscersi.

Nel documentario Look Back, Don’t Stare (che ripercorre i dodici mesi di lavorazione di Progress, in DVD dal 7 dicembre, n.d.r) ad un certo punto qualcuno di voi dice che non avevate mai avuto una conversazione vera e propria, prima. E ora?
Mark - Ora sì. La realizzazione dello stesso documentario è stata quasi terapeutica. Abbiamo avuto modo di parlare molto, di confrontarci. La musica era quasi di contorno. D'altra parte era l'unico modo per andare avanti. Ora siamo persone cresciute.

Diciamo che se il 90% di questa reunion è stata un vostro desiderio, una vostra decisione, ci deve essere, però,  qualcuno di esterno alla band che ha qualche merito. Potete fare un nome in particolare?
Jason - Certo! ce ne sono state tante. Se una persona di ITV - di cui non conosco neppure il nome - non avesse avvicinato il nostro ex manager per il documentario su di noi, nel 2005, tutto quello che ne è scaturito dopo non sarebbe successo. Ma sono davvero migliaia le persone con del merito, in questa storia. Persino mio padre se ne attribuisce!

Com'è nata Shame, il singolo scritto da Gary per Robbie, per il suo ultimo album (greatest hits), e cantato in duetto?
Gary - Due mesi prima del documentario, e quindi dell'inizio del lavoro sul nuovo album, mi trovavo a Los Angeles. Prima di partire per tornare a casa mi sono detto che non potevo farlo senza aver prima chiamato Robbie (che vive lì, n.d.r.). E' stato un momento molto particolare per me e Robbie. Abbiamo passato una settimana insieme lavorando al pezzo, ed è stata la settimana in cui abbiamo abbattuto le barriere. E' stato un momento molto utile.

Avete ricevuto, a sorpresa, la visita di Elton John, in studio. Com'è andata?
Jason - Eravamo in studio a comporre e registrare, ma in gran segreto. Ad un certo punto lui si è presentato lì e ci dicono: 'C'è un tipo, un inglese, che chiede di voi'. Noi ci siamo chiesti: 'Chi diavolo può essere? nessuno sa che siamo qui. Sarà qualcuno a caccia di gossip?' E invece era Elton John.

Pensate ancora a carriere soliste?
Mark - Ora come ora no. Non guardo troppo al passato né riesco a pensare troppo al futuro. Siamo molto concentrati su questo presente.

La prossima estate vi vedremo in tour. Cosa dobbiamo aspettarci?
Gary - Ancora non sappiamo bene. Ci saranno i Take That nella formazione a 4 e in quella a 5. Ci sarà Robbie da solo... Stiamo ancora costruendo lo show. Quel che è certo è che sarà il nostro spettacolo migliore in assoluto. Abbiamo un ottima set-list.

Dopo tanti anni, com'è il vostro rapporto con l'Italia e i fans italiani?
Gary - fantastico. Le nostre fans italiane compaiono in molte clip del nostro documentario del 2005...
Jason - Abbiamo visto delle fans anche oggi, e io ho riconosciuto alcune delle ragazze di 15 anni fa. E c'è una cosa che mi colpisce molto delle donne italiane: e cioè che invecchiano in maniera più lenta che altrove. Sarà per il fatto che voi italiani vivete più a lungo in famiglia e siete più legati a valori tradizionali, fate una vita più sana. Non so esattamente da cosa dipenda, ma è così.

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